Compromesso sensato o moloc amministrativo?
La previdenza professionale è messa sotto pressione dall’aumento dell’aspettativa di vita e dalle fluttuazioni dei mercati finanziari. Il 17 marzo 2023, dopo aver sciolto il compromesso raggiunto dalle parti sociali, la maggioranza del Parlamento ha adottato la riforma della legge sulla previdenza professionale, contro la quale il referendum, che ha raccolto un numero record di firme, ha avuto successo tre mesi dopo. Il popolo tornerà quindi alle urne a settembre e avrà l’ultima parola, una prospettiva che sta suscitando molta eccitazione. Ma non c’è da stupirsi, visto che questa questione così emotiva è rimasta irrisolta per decenni.
Etienne Bernard
Segretario centrale swissPersona
Traduzione Carlo Spinelli
Cosa bisogna capire
La previdenza professionale (LPP) o 2° pilastro, si compone di una parte obbligatoria, in cui sono assicurati i salari annuali secondo i requisiti minimi di legge, e di una parte complementare (facoltativa), in cui i fondi pensione possono fornire prestazioni aggiuntive. I punti da 1 a 4 della riforma LPP si applicano quindi a tutti i fondi pensione che offrono esclusivamente il regime obbligatorio LPP. Tuttavia, questi punti non possono essere applicati così come sono ai fondi pensione che forniscono prestazioni supplementari: essi devono garantire che le loro prestazioni totali corrispondano al “nuovo” minimo LPP. Il punto 5, relativo al finanziamento delle integrazioni pensionistiche, si applica a tutti i fondi pensione e quindi a tutti gli assicurati, indipendentemente dal fatto che le prestazioni assicurate siano obbligatorie o non obbligatorie.
I cinque punti della riforma della LPP
1. Riduzione dell’aliquota di conversione
L’aliquota di conversione per la parte obbligatoria della previdenza professionale sarà abbassata dal 6,8% al 6,0%. Attualmente, su un risparmio previdenziale di 100’000 franchi viene versata una rendita annua di 6’800 franchi. Se la riforma sarà approvata, sarà di 6’000 franchi. La riduzione dell’aliquota di conversione comporterà una riduzione delle pensioni solo per le persone assicurate esclusivamente sulla base del minimo LPP. In pratica, si tratta di circa il 14% di tutti gli assicurati. La prevista riduzione del tasso di conversione non riguarderà i rimanenti – all’incirca l’86%. Queste persone hanno già oggi un’aliquota di conversione più basso (la media è del 5,3%). Le persone già in pensione non sono toccate da questa misura, poiché le loro pensioni attuali non saranno ridotte.
2. Limatura degli accrediti di vecchiaia
Questa misura riguarda i contributi di risparmio, noti anche come accrediti di vecchiaia. L’accredito di vecchiaia è l’importo accreditato – insieme agli interessi – sul capitale di risparmio di una persona assicurata. È calcolato come percentuale del salario annuo coordinato e dipende dall’età dell’assicurato. Il datore di lavoro deve finanziare almeno la metà degli accrediti per la pensione. Con la riforma, ci saranno solo due livelli di contribuzione invece di quattro, il che dovrebbe incoraggiare i datori di lavoro ad assumere e mantenere le persone con più di 55 anni. In pratica, ci sono molti modi in cui i datori di lavoro e i dipendenti possono pagare i crediti pensionistici. In fin dei conti, è necessario soddisfare almeno i requisiti del regime obbligatorio LPP.
3. Abbassamento della soglia d’entrata
Per migliorare la previdenza professionale delle persone a basso reddito, la soglia d’entrata sarà abbassata da 22’050 a 19’845 franchi onde facilitare l’accesso al 2° pilastro da parte di chi lavora a tempo parziale o svolge più lavori. Circa 70’000 nuovi dipendenti-e e 30’000 persone con più di un lavoro saranno assicurati obbligatoriamente a seguito di contratti di lavoro aggiuntivi. I costi sono stimati in circa 100 milioni di franchi, di cui 15–25 milioni di franchi di costi amministrativi.
4. Aumento del salario assicurato
Questa prima misura di compensazione consiste nell’aumento del salario assicurato nella parte obbligatoria della previdenza professionale. Nel 2° pilastro vengono assicurate solo le parti del salario che non sono già assicurate nell’AVS. Queste parti sono calcolate deducendo dal salario AVS (salario lordo) la deduzione di coordinamento, attualmente fissata a 25’725 franchi, indipendentemente dal salario e dal grado di occupazione. Questa deduzione di coordinamento ha un impatto maggiore sui lavoratori con un basso reddito. La riforma prevede che la deduzione non sarà più un importo fisso, ma ammonterà al 20% del salario. I salari saranno quindi assicurati fino all’80%. Ciò significa che, in particolare per le persone a basso reddito, sarà assicurata una percentuale nettamente più alta dello stipendio, il che significa che le pensioni future pure loro saranno generalmente molto più alte.
Le indagini hanno dimostrato che solo il 12% delle casse pensione applica attualmente la deduzione di coordinamento prevista dalla legge, per cui solo il 20% delle e degli assicurati è interessato. Le altre casse pensione utilizzano già oggi il loro margine di manovra nell’interesse dei loro beneficiari, applicando denuzioni variabili in varie forme o addirittura rinunciando del tutto alla deduzione di coordinamento.
5. Supplemento di rendita per la generazione di transizione
La seconda misura compensativa è un supplemento di rendita per la generazione di transizione. Le persone prossime all’età del pensionamento sono proprio quelle che potrebbero ricevere una rendita più bassa a causa della riduzione dell’aliquota di conversione. Per questo motivo la riforma prevede pagamenti compensativi per una generazione di transizione. Questa generazione comprende le prime 15 coorti che andranno in pensione dopo l’entrata in vigore della riforma e che beneficeranno a vita di un supplemento di rendita.
- Anni di nascita 1961–1965: massimo 200 franchi al mese (2’400 franchi all’anno)
- Anni di nascita 1966–1970: massimo 150 franchi al mese (1’800 franchi all’anno)
- Anni di nascita 1971–1975: massimo 100 franchi al mese (1’200 franchi all’anno)
I supplementi variano a seconda dell’avere diprevidenza:
- ≤ 220’500 franchi = supplemento completo (massimo) ;
- >CHF 441’000 = nessun supplemento;
- Se l’avere di vecchiaia è compreso tra questi due limiti, la persona ha diritto a un supplemento di pensione ridotto.
Per avere diritto al supplemento di pensione, devono inoltre soddisfatte anche le seguenti condizioni:
- A partire dai 62 anni solo in caso di pensionamento anticipato;
- Percepire almeno il 50% dell’avere di vecchiaia sotto forma di pensione;
- Almeno 15 anni di contributi nel 2° pilastro;
- Almeno dieci anni consecutivi di contributi AVS immediatamente prima del versamento della rendita del 2° pilastro.
L’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) stima che circa il 25% degli assicurati della generazione di transizione riceverà un supplemento di pensione completo e il 25% un supplemento di pensione ridotto. Circa il 50% degli assicurati avrà un avere di vecchiaia superiore a 441’000 franchi svizzeri o non soddisferà le altre condizioni di idoneità e quindi non riceverà un supplemento di pensione. I supplementi di rendita per le 15 coorti della generazione di transizione ammonteranno a circa 11,3 miliardi di franchi svizzeri capitalizzati per l’intera Svizzera.
Finanziamento dei supplementi di pensione
Gli 11,3 miliardi di franchi di supplementi di pensione capitalizzati devono essere pagati da tutte le casse pensioni e da tutte e tutti gli assicurati. Saranno finanziati da un contributo calcolato in base al salario, fino a 339 franchi per persona all’anno. Se la questo scopo la cassa pensione preleva un nuovo contributo a questo scopo, il datore di lavoro dovrà pagarne almeno la metà. A metà del 2023, circa 5,3 milioni di persone lavoravano in Svizzera e 4,6 milioni di loro erano assicurati con regimi pensionistici professionali. Più dell’8% degli occupati ha un’età compresa tra i 15 e i 25 anni, il 58% ha un’età compresa tra i 25 e i 50 anni e quasi il 32% fa parte della “generazione di transizione” tra i 50 e i 65 anni. L’importo totale dei supplementi pensionistici capitalizzati, pari a circa 11,3 miliardi di franchi svizzeri, è quindi finanziato principalmente dai 2,6 milioni di giovani lavoratori (= 58%) di età compresa tra i 25 e i 50 anni, mentre i lavoratori over 50 (32%) devono assumersi il finanziamento dei supplementi pensionistici solo fino alla pensione.
Come già vitato sopra, l’UFAS stima che di questo 32% di assicurati della generazione di transizione, solo la metà, ovvero il 16%, ha diritto ad un supplemento di rendita completa. Più di due terzi delle persone che lavorano finanziano quindi un’integrazione pensionistica per una minoranza di persone tra i 50 e i 65 anni, di cui solo una frazione potrebbe subire una riduzione della pensione. Per la maggior parte della generazione di transizione, il supplemento pensionistico non è una compensazione per la riduzione della pensione, ma un aumento della pensione a spese della generazione più giovane. Poiché non esistono misure per verificare se le pensioni vengono effettivamente ridotte, alcune persone riceveranno pensioni più alte e altre più basse.
Cosa significa la riforma per me?
Dipende principalmente dall’età, dal reddito e dal capitale di vecchiaia del 2° pilastro. Anche il fatto di essere assicurati solo nel regime obbligatorio o anche nel regime complementare fa una grande differenza. Secondo le stime dell’UFAS, ben due terzi dei 4,6 milioni di assicurati attivi non beneficeranno della riforma. L’UFAS delinea tre categorie:
- Quelli con un reddito annuo fino a 60’000 franchi e con più dipendenze pagheranno di più in futuro, ricevendo in cambio, in alcuni casi, pensioni significativamente più elevate.
- La fascia d’età compresa tra i 40 e i 60 anni, con un reddito superiore a 80’000 franchi, pagherà meno contributi in futuro, ma riceverà anche una pensione più bassa.
- I più colpiti sono gli under 30 con un reddito di almeno 75’000 franchi e quelli della fascia d’età tra i 35 e i 50 anni con un reddito compreso tra 65’000 e 80’000 franchi svizzeri: pagheranno più contributi in futuro, ma riceveranno una pensione più bassa.
Conclusioni
L’attuale riforma della LPP affronta una serie di elementi chiave fondamentali. L’abbassamento dell’aliquota di conversione riduce la ridistribuzione indesiderata dai lavoratori ai pensionati, rafforza il processo di risparmio e migliora la situazione pensionistica nei segmenti a bassa retribuzione e a tempo parziale. Ma la riforma andrà a beneficio anche di coloro che non ne sono direttamente interessati, ma che riceveranno comunque una pensione aggiuntiva. Resta tuttavia da chiedersi se il prezzo da pagare sia giustificato: una nuova redistribuzione non in linea con il sistema, a scapito delle generazioni più giovani, falsi incentivi al risparmio pensionistico individuale, un aumento della complessità della previdenza professionale e dei finanziamenti incrociati tra fondi pensione. Ciò è tanto più importante se si considera che la stragrande maggioranza dei fondi pensione ha già preso provvedimenti per riformare il sistema. Inoltre, rimangono aperte molte questioni relative al pensionamento anticipato, ai prelievi di capitale in caso di pensionamento parziale, ai prelievi parziali per incoraggiare la proprietà di un’abitazione e in caso di divorzio, ai rapporti pensionistici multipli, agli altri attivi pensionistici esistenti e il conteggio con il fondo di garanzia. Le riforme sono raramente perfette, e la scelta è tra il compromesso o il moloc amministrativo. ■
Perché la riforma dovrebbe essere respinta!
Eliane Albisser Direttrice PK-Netz
Traduzione Carlo Spoinelli
Obiettivo chiave della riforma – mantenere il livello complessivo delle prestazioni – mancato
Per gli assicurati LPP con un reddito medio, con la riforma le pensioni saranno inferiori a quelle attuali. Le perdite in termini di pensione ammontano a 270 franchi svizzeri al mese. Nelle casse pensioni in cui sono assicurati stipendi modesti in base alle condizioni legali o quasi LPP, molti assicurati sarebbero tra i perdenti. Il bilancio degli assicurati della generazione di transizione (50-65 anni) è particolarmente povero. Presso la cassa pensioni arti e mestieri Svizzera Proparis, ad esempio, il 63% della fascia di età superiore ai 60 anni sarebbe interessato da riduzioni delle prestazioni. Le misure di compensazione per la generazione di transizione non sarebbero né basate sui bisogni né mirate. I problemi di attuazione e la minaccia di una burocrazia sproporzionata stanno facendo soffrire i fondi pensione. C’è la minaccia di un massiccio aumento dei costi amministrativi. Chiunque riceva un’integrazione pensionistica a seguito delle misure di compensazione dovrà tener conto di doverla compensare con eventuali prestazioni integrative.
Costi aggiuntivi irragionevoli
La modifica della deduzione di coordinamento (CA) da fissa a percentuale è in linea di principio sensata. Tuttavia, circa il 90% delle casse pensioni ha già da tempo adeguato la CA alle mutate biografie lavorative. Il CA è stato fissato molto basso nella riforma e quindi rende la previdenza troppo costosa per chi ha un salario basso. A causa della riduzione della deduzione di coordinamento, anche le casse con piani pensionistici ben al di sopra dell’obbligatorietà dovrebbero aumentare i contributi, soprattutto per i giovani assicurati o per i redditi bassi, per conformarsi alla nuova LPP. In generale, mettiamo in guardia dal sottovalutare le conseguenze dell’accettazione della riforma, sia dal punto di vista amministrativo sia per quanto riguarda l’adeguamento dei piani pensionistici.
Perché adottare la riforma!
Lukas Müller-Brunner Direttore dell’Associazione svizzera dei fondi pensione ASIP
Traduzione Carlo Spinelli
Un passo atteso per una Svizzera moderna
Sono passati più di 20 anni dall’ultima modifica della Legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP). Grazie alla revisione della LPP, il 2° pilastro è stato adattato alle mutate condizioni di vita e di lavoro in Svizzera. Finora un numero crescente di lavoratori a tempo parziale non era assicurato nella previdenza professionale, o lo era solo in misura insufficiente. Grazie a misure tecniche, più precisamente una soglia d’ingresso più bassa e una deduzione di coordinamento adattata, fino a 100’000 nuovi redditi saranno inclusi nel 2° pilastro. Ciò significa che queste persone, soprattutto le donne, non solo avranno una maggiore sicurezza finanziaria in età avanzata, ma saranno anche assicurate contro l’invalidità e la morte. Poiché tutti invecchiamo e il capitale risparmiato deve durare più a lungo, le promesse pensionistiche originarie del regime obbligatorio LPP sono troppo elevate. Per questo motivo, attualmente le pensioni del regime obbligatorio devono essere finanziate in modo incrociato, in parte con i proventi degli investimenti dei conti LPP degli occupati. Questa ingiustizia sarà corretta con l’adeguamento dell’eccessivo tasso di conversione minimo al 6%. Le carenze pensionistiche della generazione di transizione saranno generosamente compensate con supplementi. La riforma della LPP ridurrà anche i contributi LPP per i lavoratori anziani di età superiore ai 55 anni. Questo passo, più volte richiesto, migliora l’occupabilità dei lavoratori più anziani in modo concreto e immediato. Inoltre, le pensioni di coloro che sono già andati in pensione rimarranno garantite. L’adozione dell’attesa riforma della LPP è nell’interesse dell’intera società. Essa traccia la strada per un regime pensionistico professionale moderno, stabile e adeguatamente finanziato. Ne beneficeranno tutte le generazioni: giovani, persone di mezza età e pensionati.
Quali conseguenze avrà la riforma su PUBLICA?
Doris Bianchi Direttrice della Cassa pensioni della Confederazione PUBLICA
Traduzione Carlo Spinelli
Quasi nessuna conseguenza per gli assicurati di PUBLICA
PUBLICA è una cassa pensione mantello, ossia assicura prestazioni superiori al livello obbligatorio LPP. Per questo motivo le nostre prestazioni regolamentari sono superiori alle prestazioni obbligatorie e ai punti elencati nella riforma. Ad esempio, la migliore copertura assicurativa per i salari bassi è già integrata nel nostro regolamento di previdenza. L’adozione della revisione della LPP non avrebbe quindi alcun impatto fondamentale sulle prestazioni regolamentari (ad esempio, pensioni, prestazioni di fine rapporto) dei nostri assicurati. Non si prevedono cambiamenti nemmeno per quanto riguarda il tasso di conversione. Abbiamo già adeguato il tasso di conversione regolamentare all’aumento dell’aspettativa di vita e alla riduzione dei tassi di interesse. L’attuale tasso di conversione è del 5,09%. Questi adeguamenti sono stati possibili soprattutto grazie all’aumento dei contributi di risparmio. Ciò significa che la garanzia pensionistica obbligatoria LPP può essere mantenuta nonostante la riduzione del tasso di conversione. Tuttavia, anche senza una riduzione dell’aliquota di conversione regolamentare, gli assicurati della generazione di transizione con un basso avere di vecchiaia potrebbero beneficiare di un supplemento di pensione, a condizione che soddisfino diverse condizioni. Solo circa 3’500 (5%) dei nostri assicurati avrebbero diritto a un supplemento di pensione durante un periodo transitorio di 15 anni. Per finanziare i supplementi di pensione, aumenterà anche il nostro contributo annuale al fondo di garanzia.
Ulteriore aumento della complessità della previdenza professionale
Determinare se un assicurato ha diritto a un supplemento di pensione sarà complesso. Si dovranno verificare diverse condizioni. Ciò aumenterà l’onere amministrativo e questo potrebbe rendere più difficili i nostri sforzi per mantenere i costi amministrativi il più basso possibile.