swissPersona
100 anni di swissPersona – dal 2014 al 2020: swissPersona per la prima volta «svizzera»

Un giubileo senza festeggiamenti

2020: è l’anno in cui swissPersona festeggia il suo secolo d’età. Tuttavia: il Corona virus ha impedito lo svolgimento del festeggiamento ufficiale, ha messo il Paese in «Lockdown» e talvolta lo ha parzialmente paralizzato, e nel contempo il Paese ha vissuto la più grande mobilitazione del dopoguerra dell’Esercito.

 

Hans-Ulrich Büschi
President centrale onorario di swissPersona
Traduzione Carlo Spinelli

 

In realtà: l’anno del giubileo si scopre come l’anno dell’orrore e dell’emergenza. «Covid-19» non si è impossessato unicamente della Svizzera, ma bensì del mondo intero. Come una peste globale la pandemia esige il sacrificio di centinaia di migliaia di vittime. Nel nostro Paese l’emergenza porta ad un regime di misure dettate dal governo e che mobilita per un periodo limitato circa 8800 militi e numerosi civilisti in appoggio a chi è incaricato della protezione della salute pubblica.

Le conseguenze economiche sono altrettanto drastiche. L’economia elvetica si ritrova parzialmente in modalità di crisi. In breve tempo viene instaurato un programma d’aiuto di miliardi in favore delle persone e delle aziende toccate dal blocco totale. La buona situazione delle finanze pubbliche lo permette, ma comunque non risolve tutti i problemi del momento.

swissPersona sulla via del successo

La retrospettiva del periodo tra il 2014 ed il 2020 per swissPersona è positiva. Con la creazione nel 2015 della Section Romande, l’associazione copre così l’intero territorio nazionale. L’obiettivo da anni inseguito era così raggiunto e l’aggettivo «swiss» concretizzato.

L’offensiva propagandistica ha dato i suoi frutti: per la prima volta dal 1994 si registra un aumento degli affiliati. L’impegno profuso da swissPersona e l’AdI contro l’innalzamento dell’età del pensionamento a 65 anni per il corpo degli istruttori ha contribuito in modo essenziale al raggiungimento dello scopo. Oltretutto l’AdI ha potuto salutare nei suoi ranghi il Capo dell’Esercito, Comandante di Corpo André Blattmann.

L’aumento delle quote sociali, le misure di risparmio mirate e la riorganizzazione interna, hanno permesso di uscire dalle cifre rosse. Scopo essenziale dimostrato dalla realtà è stata la riorganizzazione del Comitato centrale, dove il posto del rappresentante regionale è stato ripreso dai Presidenti delle sezioni. In sostituzione dei rappresentanti regionali, è stata creata la conferenza delle persone di contatto con il compito di agire da «filo diretto» all’interno delle aziende.

Malgrado gli avanzi la Confederazione risparmia

Le finanze della Confederazione fino «all’anno-Corona» 2020 si potevano definire come eccellenti. Regolarmente alla voce entrate si registravano avanzi milionari. Il datore di lavoro Confederazione con le sue misure di risparmio ignorava i fatti. Le proteste sollevate dalle associazioni erano la logica conseguenza ma anche dopo aver sentito le Commissioni delle finanze ebbero ben poca efficacia a livello delle Camere federali. La situazione divenne tesa ad un punto tale che i rappresentanti del personale ritennero necessario rendere attento il Consiglio federale a voler prestare  una maggior attenzione al tema del partenariato sociale. Per unire le proprie forze le associazioni del personale tra cui swissPersona, fondarono la «IG Bundespersonal».

Il ben dotato datore di lavoro, solo nel 2019 oltre al carovita concesse finalmente al suo personale un aumento reale dello stipendio da lungo tempo reclamato. Come gesto di solidarietà in relazione al «blocco totale» dovuto dal Corona, per l’anno  seguente le associazioni hanno rinunciato ad ogni pretesa salariale.

Sulla scia dell’introduzione degli interessi negativi da parte della Banca nazionale anche PUBLICA (cassa pensioni delle Confederazione) ha vissuto le misure di riduzione. Per due volte di seguito il tasso d’interesse ed il tasso di conversione sono stati ridotti, penalizzando così le rendite.

La RUAG ad una svolta

È stato un anno movimentato quello che l’azienda di proprietà della Confederazione RUAG ha dietro di sé. Il governo decise con effetto 1°gennaio 2020 la divisione in due gruppi; MRO Svizzera e RUAG International.  Per la divisione e l’ulteriore sviluppo di entrambe le sotto-aziende, la responsabilità è stata affidata ad una nuova società creata espressamente al posto della ex RUAG Holding.

La RUAG International dovrebbe svilupparsi come gruppo di tecnologia aerospaziale e a breve termine venir privatizzata. Alla MRO Svizzera viene assegnato un ruolo di centro di competenza del materiale dell’esercito. L’Ammotec di Thun, nonostante le resistenze da parte delle associazioni del personale e della politica, alla fine finirà in vendita.

USEs = primo passo verso un esercito professionista?

Nel 2014 il Consiglio federale proclamava con il progetto «Ulteriore sviluppo dell’esercito»; una ennesima riforma dello stesso. Stando alla decisione parlamentare avrà un effettivo di 100’000 militi, che presteranno annualmente 5 milioni di giorni di servizio. Il credito quadro annuo è di 5 miliardi di Franchi. Il progetto ha visto l’inizio ufficiale nel 2018.

Il «Gruppo Giardino», che stando alle sue dichiarazioni trattasi di una unione di cittadini preoccupati e di ex appartenenti e attivi nell’esercito, ha il timore che con l’USEs sia leda il principio della milizia il colpo fatale e per terminare alla credibilità dell’esercito. Il tentativo di portare il progetto in votazione, si arenò e il referendum non ebbe luogo.

L’USEs condiziona un nuovo concetto degli stazionamenti dell’esercito. Le diverse misure di rinuncia portarono così alla abrogazione di tre Aeroporti militari e cinque Piazze d’armi. Tre Piazze d’armi vennero fuse e diverse piazze di tiro e centri d’istruzione chiusi.

Queste misure ed il programma di stabilizzazione 2017–2019, oltre ai 1800 posti di lavoro che dal 2003 vennero soppressi per frenare l’indebitamento, portarono ad una perdita di ulteriori 300 posti di lavoro nel DDPS. Nel 2016 quale misura d’accompagnamento venne istituito un comitato direttivo per la ricollocazione e la riduzione del personale nell’ambito della Difesa.

Votazione popolare con la tremarella

Con la PPD vallesana Consigliera nazionale Viola Amherd nel 2019 la Svizzera ha la sua prima Ministra della difesa. Questa elezione in talune cerchie venne salutata come una fortuna per l’Esercito trovantesi ad una svolta ed in particolare per l’importante votazione popolare del 27 settembre 2020 in merito all’acquisizione di un nuovo aereo da combattimento. Questa votazione si trasformò in una gara di tiro alla fune con tremarella: con il 50,1 % di voti il credito quadro di 6 miliardi di Franchi venne accettato per un pelo. ■ (In occasione dell’assemblea straordinaria dell’AdI in relazione all’età di pensionamento a 65 anni, gli istruttori all’unanimità inoltrano la risoluzione «Nessuna ulteriore riduzione delle prestazioni per il personale militare».) (Foto Beat Wenzinger)

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