Stabilizzazione dell’AVS e riforma della previdenza professionale
Quattro anni fa, il popolo respingeva con una minima maggioranza (52,7% di no) il precedente progetto di riforma delle pensioni. «Previdenza vecchiaia 2020», formava un mix con la revisione del primo pilastro (AVS) e del secondo. Per evitare questo trabocchetto, il Consiglio federale ha separato le due riforme affidando la missione ai partner sociali di accordarsi tra di loro sul secondo pilastro. Ed è questo accordo che ha sottoposto al parlamento e che quest’ultimo ha utilizzato come bozza per rivederlo nella sua quasi totalità. La riforma AVS 21 è stata adottata dal Parlamento il 17 dicembre 2021.
Etienne Bernard / Presidente AdI
Traduzione Carlo Spinelli
Stabilizzazione dell’AVS (AVS 21)
Il 17 dicembre 2021 il Parlamento ha adottato la riforma AVS 21. Lo scopo è di assicurare l’equilibrio finanziario dell’assicurazione e di mantenere il livello delle sue prestazioni. Un referendum è stato lanciato contro il progetto di legge. Gli oppositori hanno tempo fino al 7 aprile 2022 per raccogliere le 50’000 firme necessarie. Il Consiglio nazionale ha adottato la legge con 125 voti contro 67 e 1 astensione e il decreto federale (innalzamento dell’IVA) con 126 voti contro 40 e 27 astensioni. Il Consiglio degli Stati ha adottato la legge con 31 voti contro 12 e il decreto federale con 43 voti, senza opposizione. Ecco una panoramica delle principali misure della riforma:
Armonizzazione dell’età di pensionamento (in futuro «età di riferimento») per gli uomini e per le donne a 65 anni nell’AVS e nella previdenza professionale obbligatoria:
- Aumento graduale dell’età di riferimento delle donne (tre mesi all’anno).
Misure compensative per le donne:
- Destinate a una generazione di transizione di 9 anni;
- Supplemento AVS a vita per le donne della generazione di transizione che non anticiperanno la riscossione della rendita di vecchiaia; importo del supplemento variabile in funzione dell’anno di nascita e del reddito;
- Aliquote di riduzione favorevoli, scaglionate in funzione dei criteri di reddito, per le donne della generazione di transizione che anticiperanno la riscossione della rendita;
- Possibilità di riscuotere la rendita tra i 62 e i 70 anni per le donne della generazione di transizione.
Flessibilizzazione della riscossione della rendita:
- Possibilità di riscuotere la rendita di vecchiaia tra i 63 e i 70 anni per gli uomini e per le donne nell’AVS e nella previdenza professionale obbligatoria;
- Possibilità di passare in modo graduale dalla vita attiva al pensionamento con l’introduzione della possibilità di anticipare/rinviare anche solo una parte della rendita.
Incentivi al proseguimento dell’attività lucrativa dopo i 65 anni:
- Possibilità di versare contributi sui salari modesti dopo il raggiungimento dell’età di riferimento (con libera scelta di applicare o meno la franchigia di 1400 franchi al mese);
- Computo dei contributi AVS versati dopo i 65 anni per il calcolo della rendita.
Finanziamento supplementare mediante l’IVA:
- Innalzamento proporzionale dell’IVA di 0,4 punti percentuali, illimitato nel tempo.
Il Popolo svizzero dovrà comunque esprimersi sull’innalzamento dell’IVA (decreto federale), che sottostà a referendum obbligatorio. Il 4 gennaio 2022 un’alleanza composta da sindacati, partiti di sinistra e associazioni femminili ha lanciato un referendum contro il progetto di legge. Gli oppositori hanno tempo fino al 7 aprile 2022 per raccogliere le 50 000 firme necessarie. Tutte le misure sono interrelate: l’innalzamento dell’IVA può entrare in vigore soltanto se vengono accettate anche le altre misure e viceversa.
Riforma della previdenza professionale (LPP 21)
La Svizzera dispone di un solido sistema di previdenza. L’evoluzione demografica rende tuttavia necessario un rafforzamento del sistema sia nell’ambito dell’AVS/AI (primo pilastro) che in quello della previdenza professionale (secondo pilastro). La riforma della previdenza professionale permetterà di garantire le rendite, rafforzare il finanziamento e migliorare la situazione delle persone che lavorano a tempo parziale, in particolare quella delle donne. A causa dell’aumento della speranza di vita e del basso livello dei tassi d’interesse, la situazione delle rendite della previdenza professionale è già da tempo precaria. Dopo la bocciatura della riforma della previdenza per la vecchiaia nel settembre del 2017, una riforma della previdenza professionale, e in particolare la riduzione dell’aliquota di conversione, è indispensabile per garantire a lungo termine il finanziamento delle rendite. Nel suo messaggio del 25 novembre 2020 al Parlamento, il Consiglio federale propone di riprendere il modello elaborato su sua richiesta dalle parti sociali, ovvero Unione svizzera degli imprenditori (USI), Unione sindacale svizzera (USS) e Travail.Suisse. Questo modello prevede una riduzione dell’aliquota minima di conversione al 6 per cento. Se si considerano l’evoluzione demografica e il basso livello dei tassi d’interesse, l’aliquota attualmente applicata per convertire il capitale risparmiato in rendita, pari al 6,8 per cento, è troppo alta.
Introduzione di un supplemento di rendita
Per il Consiglio federale è fondamentale mantenere il livello delle prestazioni. Per attenuare la riduzione delle rendite dovuta all’abbassamento dell’aliquota di conversione, il progetto prevede parallelamente un meccanismo di compensazione. I futuri beneficiari di rendite di vecchiaia e d’invalidità riceveranno un supplemento di rendita mensile per tutta la vita. Per un periodo transitorio di 15 anni, il suo importo sarà fisso e verrà sancito nella legge: le classi d’età che acquisiranno il diritto alla rendita nei primi cinque anni dall’entrata in vigore riceveranno un supplemento di 200 franchi al mese, le cinque classi d’età successive 150 franchi al mese e le ultime cinque classi d’età 100 franchi al mese. Successivamente il Consiglio federale fisserà l’importo di anno in anno. Questo supplemento, indipendente dall’importo della rendita, sarà finanziato con un contributo pari allo 0,5 per cento del reddito annuo soggetto all’AVS fino a 853’200 franchi (nel 2020). Il Consiglio nazionale ha modificato questo punto limitando il supplemento di rendita ai lavoratori di oltre 50 anni ed a coloro la cui cassa pensione non è in grado di finanziare questa eccedenza tramite prestazioni che vanno oltre l’obbligatorio. Di colpo, questo concerneva però solamente un 35–40% degli assicurati.
Riduzione della deduzione di coordinamento
Per migliorare la previdenza delle persone con redditi modesti, il progetto prevede anche una riduzione della deduzione di coordinamento dagli attuali 25’095 a 12’443 franchi. In questo modo sarà assicurato un salario più elevato. Gli assicurati con redditi modesti, in particolare le donne e i lavoratori a tempo parziale, beneficeranno così di una migliore sicurezza sociale per la vecchiaia e l’invalidità.
Adeguamento degli accrediti di vecchiaia
Il progetto prevede inoltre la riduzione della differenza tra i contributi degli assicurati giovani e quelli dei più anziani. I nuovi accrediti di vecchiaia saranno meno graduati rispetto a oggi. In futuro, nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni si applicherà un’aliquota del 9 per cento sul salario soggetto alla LPP e a partire dai 45 anni un’aliquota del 14 per cento. In questo modo gli oneri salariali per i lavoratori anziani diminuiranno. Attualmente gli accrediti di vecchiaia per gli assicurati a partire dai 55 anni ammontano al 18 per cento del salario soggetto alla LPP.
Conseguenze per gli assicurati alla cassa pensione
La riduzione del tasso di conversione dal 6,8% al 6% (a 65 anni) implicherà una riduzione delle rendite. Con un avere di vecchiaia di 500’000 Fr. la rendita mensile sarà di 2’500 Fr. invece di 2’833. La legge autorizza le casse pensione che applicano l’identico tasso di conversione e remunerante con lo stesso interesse, sia la parte obbligatoria sia quella oltre l’obbligatorio dell’avere di vecchiaia, a fissare un tasso inferiore al minimo legale. In questo caso si parla di casse «avvolgenti» ed un esempio è la cassa di previdenza della Confederazione. PUBLICA applica al momento un tasso inferiore dell’1,71% ossia il 5,09% e versa una rendita di 2’121 Fr. per l’identico avere di vecchiaia citato come esempio.
Benché il progetto di riforma preveda delle compensazioni c’è da sperare che le associazioni del personale ottengano delle misure d’accompagnamento dalle casse pensioni, ma possiamo ragionevolmente dubitare che l’obiettivo di garantire il livello delle prestazioni venga raggiunto. Il popolo avrà l’ultima parola; la votazione dovrebbe aver luogo nel mese di settembre 2022. ■ Colpo d’occhio sulle misure di stabilizzazione dell’AVS 21 (credito immagine banca Raiffeisen)