swissPersona
Personale federale: trattative salariali fallite

Nessuna compensazione completa del rincaro

Dopo tre intensi incontri con la ministra delle Finanze responsabile del personale, Consigliera federale Karin Keller-Sutter, le trattative salariali si sono interrotte il 16 novembre. Questo nonostante una petizione del personale federale con oltre 9000 firme che chiedeva la piena compensazione del rincaro. In considerazione della delicata situazione finanziaria della Confederazione, il Consiglio federale ha deciso di concedere al personale federale un aumento dell’indicizzazione dei salari dell’1% nel 2024.    Nel mese di marzo 2024 i dipendenti delle fasce salariali più basse riceveranno inoltre un’indennità speciale di 500 franchi.  Per quanto riguarda l’indicizzazione delle pensioni del secondo pilastro, i pensionati rimangono ancora una volta a mani vuote.

Etienne Bernard
Segretario centrale swissPersona

Le posizioni delle associazioni del personale dell’amministrazione federale e della ministra delle Finanze erano troppo divergenti. Non è stato possibile raggiungere un accordo. Con un’inflazione prevista al 2,2%, avevamo chiesto un’indicizzazione completa per l’inflazione più l’indicizzazione non compensata degli anni precedenti, ossia un totale del 2,6%. Per il 2023 è stato negoziato un aumento salariale del 2,5%. Lo 0,5% ha dovuto essere finanziato dagli uffici stessi, poiché il credito aggiuntivo a questo scopo è stato rifiutato dal Parlamento. L’inflazione nel 2022 è stata del 2,8%, quindi lo 0,3% non è stato compensato. Nel 2022, lo 0,1% non è già stato compensato.      Il totale è quindi dello 0,4% da compensare. I costi del personale della Confederazione sono rimasti costanti in proporzione alle spese totali (ordinarie) per molti anni, con una leggera tendenza al ribasso. Nel 2019 rappresentavano l’8,3% delle spese totali. Da allora, questa quota ha continuato a diminuire e si prevede che sarà del 7,9% nel 2023 e del 7,8% nel 2024.          L’1% dei salari costa alla Confederazione circa 60 milioni di franchi.

Secondo l’indagine sui salari svolta dall’UBS, nel 2024 gli stipendi dovrebbero aumentare dell’1,9% nell’economia in generale. Nel settore pubblico aumenteranno addirittura del 2,2%. Con un aumento salariale dell’1%, la Confederazione è in fondo alla classifica. Gli aumenti salariali effettivi per il 2023 prevedono un aumento del 2,3% per tutti i settori messi insieme, e del 2,9% nel settore pubblico. Da anni la Confederazione è in ritardo rispetto all’andamento dei salari, sia nell’economia in generale che nel settore pubblico. Tra il 2009 e il 2023, gli stipendi sono aumentati del 16,1% nell’economia in generale e del 18,3% nel settore pubblico. Nell’amministrazione federale, gli stipendi sono aumentati del 10,8% nello stesso periodo.           La tendenza è costante, anche negli ultimi cinque anni (2019-2023), il ritardo rimane (economia generale: 5,7%, settore pubblico: 6,9%, amministrazione federale: 4,9%).

Per il 2024, previa approvazione da parte del Parlamento, ci sarà quindi un’indicizzazione dell’1% per tutti i dipendenti federali e un’indennità speciale di 500 franchi per gli impiegati di grado da 1 a 11. Durante i negoziati, la capa del Dipartimento federale delle finanze ha indicato che il Consiglio federale deve tenere conto anche della situazione economica e finanziaria della Confederazione nel determinare l’entità della compensazione. La compensazione totale dell’inflazione non è possibile a causa del limitato margine di manovra (18 milioni di franchi) previsto dal budget attuale.             In futuro, le discussioni sugli stipendi si concentreranno su come tenere conto dell’inflazione accumulata. Su questo veglieremo.

Niente in vista per l’indicizzazione delle pensioni LPP

L’ultima indicizzazione delle pensioni del secondo pilastro risale al 2004 e da allora non è successo nulla. Ad oggi, l’inflazione cumulata ha ridotto il potere d’acquisto delle pensioni di quasi il 12%.    I motivi per cui una compensazione non è in vista sono molteplici. In primo luogo, spetta alla cassa di previdenza della Confederazione (PUBLICA) assegnarla come parte della compensazione ordinaria. La legge glie lo consente se il tasso di copertura è almeno del 115%. Il problema è che la cassa pensioni della Confederazione non ha mai superato il 108,8% in 20 anni di attività, a causa di una sotto copertura strutturale quando è stata trasferita a PUBLICA nel 2003. L’altra possibilità è una compensazione straordinaria sotto forma di un’unica assegnazione pagata dal datore di lavoro della Confederazione, ma le prospettive di bilancio della Confederazione fino al 2027 e oltre non lo consentono. Anche se il Consiglio federale volesse farlo, la maggioranza borghese del Parlamento sarebbe pronta a porre il veto. Inoltre, poiché il fondo sarà sotto copertura dalla fine del 2021, dovrà essere ripulito e la speranza di indicizzazione dovrà essere ulteriormente allontanata. Ma swissPersona non si arrende. Nell’ambito della revisione della Legge sul personale federale (LPers), si batte per l’abolizione del grado di copertura minimo del 115% e si impegna a risolvere il conflitto di norme tra le basi giuridiche della LPers e della LPP. Queste misure dovrebbero conferire alla Cassa pensioni una maggiore indipendenza decisionale e migliorare il funzionamento della commissione della cassa, l’organo supremo di PUBLICA. A breve termine, con l’iniziativa popolare “Vivere meglio la pensione (iniziativa per una 13esima mensilità AVS)” si potrebbe vedere un miglioramento nel primo pilastro, a condizione che la maggioranza del popolo e dei Cantoni si esprima a favore. Se le massime autorità non possono o non vogliono fare nulla al riguardo, sarebbe già qualcosa.

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