Con il Consiglio federale negoziato un aumento salariale del 2.5%
Le negoziazioni salariali per il personale della Confederazione si sono tenute con il Consigliere federale Maurer il 17 novembre 2022. swissPersona era rappresentata dal suo Presidente Dr. Markus Meyer, dal Segretario centrale Beat Grossrieder e dal Segretario centrale designato Etienne Bernard. Dopo trattative tutt’altro che facili si è concordato un adeguamento pari al 2.5%.
Beat Grossrieder
Segretario centrale di swissPersona
Traduzione Carlo Spinelli
«Se le condizioni quadro lo consentono un buon datore di lavoro compensa l’inflazione» questa le parole espresse negli ultimi anni dal Consigliere federale Ueli Maurer, parole su cui abbiamo impostato il nostro lavoro e attenuti. Ultimamente questa citazione purtroppo nella situazione attuale si è relativizzata.
Prospettive finanziarie fosche
Con queste parole il Consigliere federale Maurer ha spiegato l’attuale situazione delle finanze della Confederazione: nel 2022 si profila un deficit di 4,1 miliardi di Fr. Questo ancora a conseguenza del „Corona“. Per il 2023 si spera in un aumento zero comunque poco prevedibile considerando l’aumento dei costi e dalla guerra in Ucraina.
Un’immagine fosca è anche pronosticata per il piano finanziario 2024–2026. Si calcola per il 2024 un deficit di 1,8 miliardi, nel 2025 3,5 miliardi e nel 2026 5 miliardi di Fr. In queste cifre non sono considerate eventuali misure di sostegno al secondo pilastro. Inoltre per quest’anno per i Cantoni e per la Confederazione non si prevedono versamenti da parte della Banca nazionale e l’incertezza regna anche per gli anni successivi.
Solo un 2% preventivato per le misure salariali
L’incertezza dello sviluppo dell’inflazione pone un altro problema. Nel mese di maggio 2022 l’inflazione era già al 2,5% ossia il totale di quanto da noi richiesto per il preventivo 2022. Nel mese di settembre era al 3% e per il prossimo anno si prevede un ulteriore aumento arrotondato al 2%. Tenendo conto dell’incertezza sul futuro delle finanze per il prossimo anno, il Consiglio federale ha fissato l’adattamento ai salari solo al 2%.
In caso di un importante superamento del preventivo delle uscite è necessaria la richiesta di un credito supplementare che dev’essere approvato dal parlamento. Se pensiamo alle sei mozioni inoltrate ultimamente da un partito schierato chiaramente contro i salari, le rendite ed altre prestazioni sociali a favore del personale della Confederazione la situazione si presenta assai difficile.
Compromesso negoziato del 2,5%
Con la citazione «meglio un passero in mano che una colomba sul tetto» e per evitare trattative logoranti ed ulteriori interruzioni per colloqui interni, abbiamo sottoscritto per il 2,5%.
Il Consigliere federale Maurer si è dichiarato d’accordo con il compromesso e il 2 dicembre 2022 ha ottenuto l’avvallo del Consiglio federale in corpore. Con questo possiamo calcolare a partire da gennaio 2023 con un aumento dei salari del 2,5%. Il rimanente 0,5% da noi richiesto lo metteremo nuovamente in agenda per le negoziazioni del 2023.
Richiesta per un importo fisso
Per la prima volta per pareggiare l‘inflazione abbiamo proposto un importo fisso a favore dei collaboratori. Gli adattamenti salariali negli anni sono sempre avvenuti con il principio della percentuale in rapporto allo stipendio. La situazione del momento con l’aumento dei costi dell’energia, delle casse malati e degli interessi ipotecari colpisce in particolare le classi di stipendio più deboli. Riteniamo appropriato un importo base calcolato su una cifra d’aumento dei costi del 2,5% ripartita sui collaboratori in rapporto al grado d’occupazione. Vista la netta opposizione al tema abbiamo rinunciato a dibattere su questo senza però perdere di vista l’argomento.
L’inflazione colpisce anche chi usufruisce di una rendita
Il marcato aumento dell’inflazione colpisce naturalmente anche chi usufruisce di una rendita. Salutiamo con piacere l’adattamento applicato per l’AVS. Purtroppo dobbiamo constatare che l’adattamento delle rendite varia da 30 al massimo 60 Fr. al mese e raramente copre gli aumenti dei premi di cassa malati.
L’adattamento al rincaro del 2° pilastro è affare delle casse pensioni. Visto che il grado di copertura di PUBLICA non sta al meglio e tenuto conto delle misure di risanamento, nei prossimi anni c’è poco da aspettarsi. Questo significa che un adattamento all’inflazione si avrà unicamente da parte del datore di lavoro tramite un importo preventivabile di oltre 100 milioni che dovranno venir approvati dal parlamento.
Come descritto su questo periodico (edizione di ottobre 2022) una decisione affrettata sarebbe stata contro produttiva e senza speranza. Per i prossimi anni ci aspettiamo ulteriori rincari e quindi si dovranno mettere sul tavolo in forma dettagliata e documentata gli argomenti necessari onde evitare che su questa importante problematica concernente il potere d’acquisto dei pensionati il parlamento non possa schivare l‘oliva.
Continueremo a lavorarci
Siamo coscienti che per le richieste delle collaboratrici e dei collaboratori della Confederazione attivi ma anche di chi usufruisce di una rendita – per un mantenimento del potere d’acquisto – noi continueremo volentieri ad impegnarci in favore dei nostri affiliati allo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Grazie per il costruttivo lavoro d‘assieme
Cogliamo l’occasione per ringraziare il Consigliere federale Maurer per il costruttivo lavoro d’assieme e per l’appoggio fornito in particolare nei confronti della nostra Associazione augurandogli ogni bene per il suo futuro. ■ (Photo: Gaby Möhl, Transfair)