swissPersona
Roland Tribolet

39 anni di comitato e di lavoro instancabile

I numeri parlano chiaro: 42 anni fa Roland Tribolet entrava a far parte della Associazione degli Istruttori (AdI) e da 39 è attivo in seno al comitato della stessa. Da 29 è membro del comitato centrale di swissPersona. Roland Tribolet, nel senso positivo del termine, non è «uomo dai toni sommessi». Egli si impegna a fondo per il bene delle associazioni e dei loro affiliati. In questa intervista getta uno guardo sulla sua attività svolta per tutti questi anni.

 

Intervista Beat Wenzinger
Redattore swissPersona
Traduzione Carlo Spinelli

 

Redazione: hai un motto per definire la tua attività in seno alla associazione?

Roland Tribolet:  Ho due parole d’ordine su cui mi baso sia nel privato come nella attività per l’associazione. La prima: «cadere, rialzarsi, raddrizzare la corona, continuare». La seconda: «la goccia incessante fora la pietra». Sovente mi chiedono; perché ti impegni in questo modo per i membri? A quale partito appartieni? Io rispondo: nel partito dello specchio, così che ogni sera mi posso guardare allo specchio sempre con la coscienza tranquilla.

Come e quando hai sentito parlare per la prima volta di swissPersona?

Da giovane istruttore ho sovente discusso con i camerati piu anziani su cosa si potesse migliorare nei rapporti con il datore di lavoro. E ad ogni occasione si citava l’allora «Associazione svizzera del personale militare» (in tedesco SMPV) oggi swissPersona.

Te lo ricordi ancora il motivo che ti spinse ad aderire alla Associazione?

Quando si iniziarono le discussioni sulla abolizione dello statuto degli istruttori e che la stessa incombeva, mi sono fatto alcune rilflessioni. Mi sono chiesto: «chi, nei confronti del datore di lavoro, difende gli interessi dei circa 1’800 istruttori se confrontati ai 34’000 impiegati della Confederazione?». E così entrai nella associazione. Nel 1977 sono entrato a far parte della AdI e della SMPV, in seguito swissPersona. Nel 1981 venni eletto nel comitato della AdI, e dal 1991 sono membro nella direttiva e nel comitato centrale di swissPersona.

Cosa ti ha spinto ad operare in seno al comitato centrale?

Quando mi interessai a sapere come era composto il comitato centrale, dovetti constatare che lo stesso era composto da persone non più giovani che dovevano decidere del nostro futuro; cosa che tra l’altro hanno sempre fatto con impegno. Allora mi dissi che per decidere del futuro era necessaria anche la presenza di forze giovani. Per questo mi candidai per il comitato centrale in qualità di rappresentante degli istruttori e venni eletto in contemporanea nella direttiva della associazione.

In questi 39 anni come è cambiato il lavoro nella associazione?

I tempi sono profondamente mutati. Allora avevamo più tempo per le decisioni e per le prese di posizione. Da quattro a sei settimane. Si potevano formare i gruppi di lavoro, affrontare ed analizzare la problematica e quindi redarre una presa di posizione. Al giorno d’oggi le associazioni dispongono da dieci a quattordici giorni di tempo. La pressione del tempo è aumentata in modo esponenziale come pure la complessità dei problemi da trattare. In contemporanea anche il modo di condurre le trattative, che non si svolgono più come da noi gradito, si è assai modificato.

Una organizzazione di milizia come la nostra è costantemente chiamata a risolvere tutti i problemi che le si presentano. Tramite la buona volontà ed un buon gruppo di lavoro riusciamo nell’intento. Questo a favore dei nostri membri.

Da quando sei attivo nel comitato centrale di swissPersona, quale successo ottenuto valuti come il migliore?

È quello che riguarda la cassa pensione della RUAG. Il datore di lavoro RUAG voleva una propria cassa pensione per i suoi collaboratori. Per questo abbiamo richiesto un rapporto in tal senso che dimostrò chiaramente che per la RUAG era buona cosa attivare un proprio organo di previdenza. Abbiamo lottato e siamo riusciti a convincere il datore di lavoro. Oggi i successi sono evidenti: per esempio l’otteniento della indennità di residenza.

Non sempre si raggiungono gli obiettivi prefissati e talvolta l’associazione deve incassare una sconfitta. In questi momenti cosa di motiva comunque a continuare?

Accetto le sconfitte se basate su elementi e fatti concreti. Per contro, quando sento continuamente dire dal datore di lavoro che la maggior risorsa sono i collaboratori ma che in contemporanea si esercitano misure di risparmio tutt’altro che necessarie sulle spalle degli stessi, questo mi spinge a lottare in loro favore onde ottenere quanto di diritto.

Quale l’attività che ti da maggior piacere nel tuo operato in seno alla associazione?

Quando in collaborazione con le persone si lavora mirando all’obiettivo prefissato. Lo scambio di argomenti pro e contro allo scopo di raggiungere una buona soluzione lo trovo molto soddisfacente.

Per contro, quale ti pesa di più?

Quando ci sono persone che non la raccontano giusta con l’unico scopo di ostacolare il raggiungimento di un risultato. L’esempio più recente: il pensionamento degli istruttori a 65 anni. Questo esercizio costa al datore di lavoro molto di più e crea unicamente malcontento ed agitazione.

Quali le attuali problematiche che l’associazione deve affrontare?

La realizzazione dei problemi sociali che dopo una dura lotta si dovranno raggiungere e cito i più importanti: cassa pensioni, modelli di lavoro flessibile, ferie, stipendi.

Che cosa ti proccupa di più?

L’evoluzione delle delle casse pensioni. Le rendite diminuiscono ed il tasso di conversione cala di continuo. Mi auguro che tutti i collaboratori che hanno svolto per anni un lavoro possano in vecchiaia ottenere la meritata e dignitosa rendita di pensione.

Si afferma di continuo che le giovani generazioni si dedicano troppo poco ad una attività in seno a comitati di associazioni e società.  Perché un giovane membro di swissPersona dovrebbe farsi partecipe della attività, per esempio in seno ad un comitato di sezione?

Si tratta di rendersi partecipe alla creazione del proprio futuro per una generazione in cui é pagante impegnarsi. Le sfide future non diminuiranno di certo; vedi digitalizzazione, la rapidità e la razionalizzazione. Impegnarsi per il futuro è pagante. L’attività nella associazione per lungo tempo è una formazione continua.

Un tuo desiderio rivolto ai membri?

Che rimangano fedeli a swissPersona e se possibile che si impegnino. In ogni caso che dimostrino comprensione se gli obiettivi non sono totalmente raggiunti.

Il tuo desiderio rivolto al comitato centrale?

Continuare in futuro ad operare con lo stesso slancio attuale. Siamo una piccola associazione attenta all’ascolto ovunque – ma nel contempo che sa anche farsi sentire. Non siamo una associazione dalle grandi parole, ma bensì di argomenti.

Il tuo desiderio alle aziende (datore di lavoro)?

Che considerino seriamente i collaboratori come la più importante risorsa a disposizione e di tralasciare inutili esercizi di risparmio nei loro confronti. Se una riforma è veramente necessaria (nuovo profilo della professione degli uff e suff) si abbia il coraggio di trovare una soluzione che sia pro e non solo cosmesi di facciata che non porta nulla. È importante che una riforma venga applicata là dove porta veramente qualche cosa per il datore di lavoro ed i collaboratori. Infatti un datore di lavoro avrà sempre successo se dispone di collaboratori su cui poter contare.

Un altro desiderio è quello in cui, durante un gioco le regole dello stesso non vengano costantemente modificate (nuove leggi/ordinanze). Tutto questo crea ogni volta una perdita di fiducia dei collaboratori nei confronti del datore di lavoro e tutto ciò è veleno per il clima di lavoro.

Il tuo desiderio rivolto ai politici?

Che l’Esercito e le sue istituzini vengano considerati elementi garanti della sicurezza di questo Stato e vengano presi sul serio e non sempre come un oggetto nel gioco della politica. È fondamentale stare dalla parte di questo esercito di milizia e dei suoi formatori.

Il lavoro per l’associazione è sovente un «lavoro» che richiede impegno. Come recuperi nel tuo tempo libero?

A casa con i miei cari e fuori nella natura. Mi occupo dell’orto e viaggio volentieri, pratico sport acquatico, moto, sci, teatro, lettura, raccolgo funghi. A tempo debito anche come San Nicolao.

Quest’anno swissPersona compie 100 anni. Per l’occasione e per l’anno a venire cosa auguri all’associazione?

Per altri cento anni di continuare sulla via tracciata e rimanere indipendenti. Mi auguro inoltre che swissPersona applichi il suo impegno come sempre con convinzione per sé e per i suoi affiliati. ■ (Foto Beat Wenzinger)

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